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Lo spazio contestato. La violenza alle donne nell'East End.

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La socia Carla Dente, ordinario di letteratura Inglese presso l'università di Pisa, descrive in modo ampio e dettagliato il quartiere di Whitechapel, frequentato dalla fine dell'estate all'autunno del 1888 da un assassino seriale di donne: Jack The Ripper, lo Squartatore.

La storia della cultura inglese (e non solo quella) ci consegna nel tempo, e fino a tempi relativamente recenti, un'immagine della donna tradizionalmente duplice, inquietante strega oppure angelica presenza. È solo nei primi decenni del '900 che la prospettiva comincia a cambiare in modo sostanziale e non episodico, e la letteratura se ne fa segno. Alludo qui soltanto a Virginia Woolf e soprattutto al suo saggio A Room of One's Own (1929), quasi unanimemente riconosciuto come il primo disegno di un percorso storico letterario al femminile. Il mio discorso invece si colloca prima ed è spia di bisogni primari rispetto alla cultura letteraria. Da questo raccolgo però la suggestione spaziale: in Italia il testo è conosciuto, correttamente, con il titolo Una stanza tutta per se', ma per l'impostazione della presente discussione privilegio l'accezione della parola room come spazio, dal momento che è lo spazio del femminile la questione che vorrei esplorare, in relazione alla città di Londra, circa 40 anni prima dell'intervento della Woolf.

Londra è capitale dell'impero in quel momento più potente del mondo, sotto il lungo, glorioso regno della regina Vittoria che lo portò alla massima espansione; la collocazione topografica specifica di quanto voglio presentare è l'East End della città, il quartiere di Whitechapel, frequentato dalla fine dell'estate all'autunno del 1888 da un assassino seriale di donne. Qui la miseria era palpabile: si trattava di un dedalo di viuzze che risentiva dei miasmi del vicino Tamigi, che ospitavano uno strato di popolazione ostaggio di problemi e malattie, soprattutto tubercolosi, alcolismo, sifilide, e prostituzione: un quartiere della città che Londra avrebbe volentieri ripudiato e su cui i giornali tacevano. A quel tempo, fine anni '80 dell'800, quei luoghi si imposero all'attenzione del pubblico per le imprese clamorose di Jack The Ripper, lo Squartatore, e l'attenzione che gli dedicarono la stampa e i letterati del tempo sono arrivate fino a noi. Quelle 'imprese' sono con noi sotto forma di narrazioni a vario titolo, hanno collaborato alla nascita del romanzo giallo inglese come genere letterario da poco iniziato in America con l'opera di Edgar Allan Poe, ci hanno lasciato articoli di stampa e rapporti di indagini di polizia che hanno mappato spazi e luoghi dando nuovo significato al mondo conosciuto, costruendo tipologie di relazioni di genere, e definendo anche la percezione del concetto di femminilità prevalente, ancorché in modo malato. 

Jack è stato sicuramente il più crudele degli assassini – ha ucciso 5 donne (Mary Ann Nichols, Annie Chapman, Elizabeth Stride, Catherine Eddowes e Mary Jane Kelly) tutte prostitute, dedite all'alcool, tutte orribilmente sventrate ma non stuprate. Non si può dire con sicurezza se abbia avuto mano in un'altra decina di casi irrisolti di quegli anni. La sua fama negativa fu clamorosa al punto che di notte per le strade del quartiere un rumore di passi, la lama di un coltello, creavano la paura di quel criminale, la cui identità è rimasta sconosciuta e le cui azioni hanno scosso la società vittoriana opulenta e benpensante. Peraltro dopo 133 anni ne parliamo e ne scriviamo ancora ed è lecito chiedersi perché.

 Il clima di sospetto e di insicurezza che le storie delle violenze a quelle donne generarono, portarono ad un riposizionamento della considerazione del corpo femminile che sanciva in negativo una condizione di liminalità/marginalità e di trasgressione sociale che fino a quel momento era stata 'felicemente' trascurata. Con Jack, l'attenzione fu costretta a focalizzarsi sul corpo femminile come sede di differenza, e la sfida allo stereotipo della donna angelo custode della famiglia non poteva essere sopportato senza una reazione violenta da parte di tutta la società. Lo Squartatore scrisse che non avrebbe smesso di uccidere prostitute finché non lo avessero preso "… perché [lui] ama il suo lavoro". Delitto come missione, dunque? Jack come archetipo dell'attuale serial killer ?

In un rapporto di polizia si riassumono i dati certi della storia: tutti i delitti furono commessi dopo la chiusura dei pub, le vittime, tutte abitanti nel giro di poco più di un kilometro una dall'altra, erano in tutta evidenza appartenenti alla stessa classe sociale e uccise tutte allo stesso modo e per lo stesso motivo. Al 'rito' dell'uccisione seguiva la crudeltà dello sventramento, tanto macabro quanto offensivo…. e conviene qui trascurare i particolari macabri dei rapporti di Polizia. Nessun uomo che si accompagnava occasionalmente con loro fu mai neanche molestato per un interrogatorio.

Si può capire che l'insicurezza dei londinesi in relazione a quel particolare luogo della città fosse causata dal timore di non saper più controllare quello spazio urbano, ora semantizzato come orrore. Whitechapel era diventato lo spazio della paura per la perdita di quel rassicurante legame omertoso nel vizio che la borghesia autocompiaciuta di solito riusciva a creare anche altrove, a spese di donne deboli e quindi mercificabili/mercificate. È significativo che costrutti culturali stereotipici fossero addirittura riportati in una vecchia mappa della città nella quale colori diversi segnalavano la composizione sociale degli abitanti del luogo, divisi in senzatetto e delinquenti, lavoratori occasionali, lavoratori regolari ma con salari bassi, abitanti con situazioni sopra al livello di povertà ed infine classe media. In una città terrorizzata, gli ebrei che abitavano Whitechapel furono in una certa fase incolpati – una scritta accanto al grembiule insanguinato di Catherine Eddowes recitava: "il popolo ebraico non dovrà mai essere considerato colpevole di nulla". George Bernard Shaw, di fede socialista fabiana, che pensava che i delitti cercassero invece di porre in evidenza le condizioni penose di vita nell'East End, in un certo senso ebbe ragione, dal momento che l'attenzione attirata sulle violenze terribili in quei sobborghi finì per arrivare in Parlamento. Insalubrità delle zone degradate e focolai di malattie furono le tematiche affrontate che portarono alla riqualificazione parziale del quartiere. Indicativo anche che non si affrontassero le condizioni economiche e sociali delle donne che le portavano alla prostituzione. L'assassino stesso, che conosceva evidentemente il quartiere come le sue tasche, sfidò la Polizia con una 'lettera dall'inferno' indirizzata al Direttore della Central News Agency, con il risultato di rafforzare la sensazione che l'atmosfera della città avesse avuto un ruolo in quelle morti orrende. Le società marcano lo spazio (Augé 2000: 47) attraverso l'azione di gruppi sociali che devono "comprendere e dominare lo spazio per comprendere ed organizzare sé stessi" [p. 47]. Difficile resistere alla tentazione di leggere una cultura come decifrazione del sociale e dei comportamenti individuali e gli etnologi hanno buone ragioni quando si interessano, in prospettiva interdisciplinare, dei rapporti tra cultura, società e individuo.  

Quelle povere donne, dalle esperienze familiari molto dure si prostituivano per pagarsi un rifugio una notte dopo l'altra; la prima vittima quella notte non poté pagarsi un albergaccio perché ciò che guadagnò lo spese in alcool; la seconda, tubercolotica, che lavorava spesso all'uncinetto, e che vendeva fiori, si prostituiva quando il lavoro non le dava da vivere: si era ridotta così dopo la nascita del terzo figlio con gravi disabilità, cosa che aveva portato alla rottura del rapporto con il marito, dopo che la prima figlia era morta di meningite e la seconda aveva abbandonato la famiglia unendosi ad un gruppo di circensi. Accanto al suo corpo mutilato alcune monete e la scritta insanguinata riguardo al popolo ebraico. La terza vittima, di origine tedesca, fu vista con il suo assassino mentre diceva "No. Non stasera": aveva sposato a Londra un uomo molto più vecchio di lei, e poi si era accompagnata con un portuale dal carattere violento. Contrariamente alle altre non fu mutilata perché probabilmente l'assassino fu interrotto 'costringendolo', per così dire, per soddisfare il suo raptus ad avventarsi contro un'altra donna appena rilasciata dalla polizia. Il fatto fu sottolineato da Jack con una cartolina firmata 'Saucy Jack', dove si parla appunto di un 'doppio evento'.

La quinta vittima, irlandese, fu trovata in casa sfigurata, dove l'assassino era potuto entrare da una finestra, rotta durante un violento litigio con il convivente.

Dopo questo omicidio Jack the Ripper svanì nel nulla, "un uomo di bassa statura, con cappotto scuro e una valigia nera nella mano sinistra". Era riuscito, forse suo malgrado, ad accendere un riflettore sulle sue vittime, prostitute della cui sorte la gente 'per bene' normalmente non si curava, anzi evitava accuratamente di considerare. 

A Whitechapel, che prendendo a prestito la teorizzazione di Augé (2009) possiamo chiamare un non-luogo, nessuno si sentiva più a casa propria, tranne Jack. Con Charles Lamb, si pensava che la prostituta fosse un corpo osceno in cui si rispecchiano i peccati della città e per questo la strada si fa luogo non adatto alla generalità delle donne. Luoghi e non-luoghi corrispondono a spazi concreti, ma anche ad atteggiamenti sociali, 'al rapporto che degli individui hanno con gli spazi in cui vivono o che percorrono" [p.57]. In fondo allora come oggi si riscontra un'instabilità della categoria 'donna', la cui identità collettiva è ancora 'di necessità', si dice, culturalmente condizionata, pericolosa, trasgressiva, poco contenibile. Si è ancora in una fase nella quale non sempre si distingue e si articola la differenza tra sesso e genere: effetti fisici e mentali della differenza biologica vengono ancora esagerati per mantenere stabile un sistema di potere patriarcale che condiziona le donne a permanere nella convinzione di essere adatte ad incarnare solo ruoli domestici. Se la limitazione della mobilità femminile favorisce il controllo della identità da parte maschile, tuttavia la cronaca ci dice che non elimina affatto stupro e violenza domestica all'interno delle mura di casa: oggi lo chiamiamo femminicidio, per chiarezza. Lo spazio che Jack aveva cominciato a contestare era la strada, ma nel caso della sua ultima vittima si era spostato, ed oggi lo spazio contestato si è spostato all'interno di casa. Non alludo nemmeno all'ultimo fatto di cronaca messo in atto da un ragazzo che oltretutto nella sua storia ha subito l'uccisione della madre da parte di un convivente, è stato recidivo allo stalking e alle minacce. Ci si domanda anche se oggi il fenomeno non riceva un'ulteriore spinta dalla violenza verbale di certi 'social media' le cui vittime, come accertato da una recente indagine di alcune università italiane, sono in prima istanza le donne, seguite nei numeri da omosessuali, ebrei, migranti. 

C'è molto lavoro ancora da fare.


Bibliografia

Augé, Marc 2007.

Tra i confini. Milano: Paravia Bruno Mondadori Editori

 Augé, Marc 2009.

  Nonluoghi, Milano: Elèuthera 

Begg, Paul 2006.

 Jack lo Squartatore. La vera storia, Torino: UTET.

Sugden, Philip 2002.

The Complete History of Jack the Ripper, New edition, New York: Carroll & Graf Publishing.




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