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Laboratorio artistico destinato alle detenute

Casa Circondariale di Uta - Cagliari

Laboratorio
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Il Club ha presentato nella Casa Circondariale di Uta il Laboratorio artistico destinato alle detenute, finanziato dalle generose (e mai abbastanza ringraziate) artiste soroptimiste con fondi raccolti lo scorso anno a Palermo in occasione dei festeggiamenti del Centenario. Abbiamo avuto l'onore della presenza della PDN P. Pizzaferri, Referente del progetto SI sostiene in carcere e di quella, davvero straordinaria, del Direttore del DAP C. Renoldi, il quale, presente ieri a Cagliari, la sua città, non ha voluto mancare al nostro evento. E' stato così confermato l'impegno del Club per le detenute, iniziato sotto la presidenza di M. Elena Marongiu, (2014-16), con la donazione della palestra e la creazione dell'area verde per gli incontri tra i carcerati e i figli minori. (pres. Gianna Marras 2017)  

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L'incontro si è tenuto nella Biblioteca del carcere alla presenza delle detenute che hanno partecipato al progetto, eccetto quelle frattanto scarcerate o trasferite. Dopo i saluti del Direttore dell'Istituto dott. Marco Porcu e i ringraziamenti della Presidente del club, Paola Pizzaferri ha illustrato con il supporto di alcune slides il progetto SI Sostiene in carcere e gli eccellenti risultati raggiunti in termini di formazione e riabilitazione delle detenute in tanti istituti italiani dove i nostri club sono presenti: corsi di cucina, pasticceria, sartoria, corsi per parrucchiere, estetiste, fioraie, che hanno consentito a tante donne ristrette di acquisire nuove professionalità da molte proficuamente spese all'esterno, a pena espiata. Ma anche laboratori artistici diretti a lavorare sulle emozioni per imparare a riconoscerle e a dominarle: è questo un tassello determinante del percorso riabilitativo, perché, come ha ricordato la presidente, non vi può essere approccio critico al vissuto precedente e quindi distacco da quel vissuto, se non si impara a guardarsi dentro e a liberare la propria rabbia, le proprie angosce e le proprie frustrazioni.

Il nostro progetto si inserisce in questa cornice: come ricordato da Francesca Fontanarosa Foscolo, l'artista che con Marina Zampella ha guidato il Laboratorio, l'obiettivo perseguito non era l'apprendimento di tecniche di disegno ma il superamento dell'angoscia del "foglio bianco terrorizzante" attraverso un lavoro interiore di scoperta del proprio "sè". Ne sono nati disegni che, raccolti per ciascuna delle detenute in un "libro delle emozioni", in ordine cronologico, documentano con efficacia il percorso interiore di ciascuna, dal senso di vuoto e di abbandono inziali (il "foglio bianco", appunto) ad espressioni artistiche sempre più compiute e consapevoli.

E' stata per noi tutte una soddisfazione e una gioia immensa vedere queste donne, all'inizio titubanti e imbarazzate, sciogliersi pian piano e manifestarsi con sincerità in un'atmosfera serena, attraverso testimonianze in parte verbalizzate nel corso dell'evento, parlando al microfono, in parte scritte in precedenza su biglietti anonimi raccolti in una scatola che abbiamo aperto alla fine per leggerne il contenuto, ovviamente con il consenso delle autrici.

La giornata si è conclusa, dopo un ottimo buffet che ci ha ancor più avvicinate alle artiste e alle detenute protagoniste del progetto, con l'intervento del Capo del DAP. Carlo Renoldi ha espresso grande apprezzamento per il lavoro del Soroptimist d'Italia in ambito carcerario ricordando che si tratta di iniziative fondamentali per riempire quella "parentesi vuota' che la detenzione rappresenta nella vita di chi la subisce, offrendo opportunità e contenuti che ne migliorino la personalità e ne facilitino il reingresso positivo nella società. L'idea di fondo è quella di un carcere che non sia solo luogo emarginato e separato di contenzione, ma luogo di promozione di chi sta scontando una pena. A questo fine è necessario un nuovo rapporto Dentro-Fuori, una comunicazione tra carcere e realtà esterna in chiave di superamento della condizione di abbandono e di sostegno, che è esattamente quello che il Soroptimist fa con il suo impegno per le detenute.


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