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Quello che le donne non dicono

Violenze finanziarie sulle donne

Obiettivi:

Quello
  • Autore: Carlotta Ferrari Lelli
  • Ultima modifica: Aprile 2024
  • Firenze

Davanti ad un foltissimo pubblico di soroptimiste, di professioniste nei più svariati campi, di studentesse di vari livelli, la Banca d'Italia ha presentato il suo importante programma per affrontare il problema della inconsapevolezza in campo economico e finanziario che ancora oggi ostacola l'indipendenza e la capacità decisionale delle donne. Hanno partecipato Vito Barone – Direttore della Sede di Firenze della Banca d'Italia, Avv. Alessandra Perrazzelli – Vice Direttrice Generale della Banca d'Italia, Prof. Franca Maria Alacevich – Professore ordinario onorario di Sociologia dei processi economici e del lavoro presso l'Università degli Studi di Firenze, Magda Bianco – Capo Dipartimento Tutela della clientela ed Educazione Finanziaria della Banca d'Italia , Avv. Adele D'Elia – Avvocato cassazionista del Foro di Firenze, specializzata in Diritto civile,


Il massimo istituto bancario collabora da tempo con la nostra associazione nel campo dell'educazione finanziaria e ha offerto in questo incontro, con l'intervento di donne eccellenti nella gestione della Banca stessa, nell'insegnamento universitario in campo sociologico, nel trattamento degli aspetti giuridici della violenza finanziaria contro le donne, un ricco panorama del fenomeno che vede ancora la donna impedita nella sua piena partecipazione allo sviluppo economico del paese. Problemi di carattere culturale, politico e sociale certamente hanno un grosso peso ed ancora vi sono, da parte femminile, incertezze e pregiudizi sul ruolo nel sostentamento della famiglia rispetto all'uomo, sulla scelta degli studi e conseguentemente del lavoro. La lettura di testimonianze realmente vissute di dipendenza economica e auto-sottovalutazione, sfociate nella truffa specie in ambito familiare, tutte caratterizzate da indotta indipendenza economica, hanno chiarito l'esistenza di tendenze alquanto diffuse nel mondo femminile che occorre sconfiggere con programmi precisi, nuove modalità di insegnamento e un approccio comune da sviluppare con la rete territoriale, associazioni come il Soroptimist e rappresentanze sindacali.

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